Il Fotoreporter

... Il fotoreporter indipendente, non condivide i rischi con nessuno... Non ha legami protettivi. Fa pensare ad un soldato di ventura. Ha un rapporto passeggero con chi gli compera le fotografie; e di solito gliele comprano a condizione che" dicano qualcosa". Al massimo ha un contratto effimero, il tempo necessario per un reportage. In gergo si dice "Assignement". Non è facile far parlare una fotografia, far sì che dica qualcosa. Bisogna che il gesto, l'espressione, la scena inquadrata nell'obiettivo riassuma una situazione e susciti giuste reazioni: ripulsa, approvazione, pietà, disgusto, ammirazione, perplessità... Invidio i fotoreporter che riassumono in un immagine una guerra, una rivoluzione, una crisi economica, una calamità naturale, un istante di felicità collettiva. In questi casi la fotografia non equivale ad un articolo, è un romanzo... Ma per captare quella immagine è necessario andare nel cuore dell'avvenimento ... Bernardo Valli (Giornalista ed Inviato)



... Amo documentare attraverso la fotografia e la scrittura tutto ciò che mi emoziona. Mi piace raccontare e descrivere, luoghi lontani, usi e costumi differenti, le piccole storie di vita e fatica quotidiana, il contatto con le persone ... Considero questo Blog di Narrazione, l'inizio di una nuova avventura, un viaggio vissuto con consapevolezza, una nuova esperienza da condividere, per approfondire i differenti aspetti della realtà ... Alfredo Felletti (Reporter Free-Lance)



... Every minute j was there j wanted to flee, j did not want to see this... would j cut and run ... or would j deal with the responsibility of being there with my camera ...


















venerdì 6 agosto 2010

Morire per la Libertà di Informazione - Dedicato ai Giornalisti Caduti sul Campo

Un video di 57 secondi su You -Tube mostra un corpo trascinato via dai soccorritori, nel tentativo disperato di salvare una vita. La morte del fotoreporter milanese, Fabio Polenghi di 45 anni, ucciso a Bangkok in Thailandia, durante le manifestazioni antigovernative del maggio scorso, ripropone drammaticamente, il tema della sicurezza ed incolumità degli operatori dei Media, giornalisti e fotoreporter, nei teatri di guerra. Secondo Reporter sans Frontière, l'Associazione che difende la libertà di informazione e garantisce il ruolo e il diritto di ogni giornalista ad esprimere la propria libera opinione, calcola che siano 792 i giornalisti uccisi nel mondo dal 1992 ad oggi, di cui 398 assassinati in zone di conflitto. Nel 2009 i professionisti caduti sul campo, sono stati  76  il 26%  in più rispetto al 2008. Mentre sono 163 i giornalisti attualmente detenuti in tutto il mondo. Fabio Polenghi è il dodicesimo operatore professionista morto nei primi 5 mesi del 2010, ultimo italiano di una lunga serie di giornalisti uccisi nel corso degli anni nei vari conflitti; da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a Raffaele Ciriello, da Antonio Russo a Maria Grazia Cutuli, ad Enzo Baldoni. Fabio Polenghi si trovava a Bangkok, non solo per testimoniare, con le sue fotografie, le grandi manifestazioni antigovernative, ma anche per ripensare al suo futuro professionale, dopo anni di lavoro in Italia come fotografo free-lance per una importante agenzia fotogiornalistica. Numerose testate giornalistiche si dibattono ogni giorno, tra i molti ostacoli di un mercato editoriale impazzito ed in continuo mutamento; sempre più confuso e ripiegato su sè stesso, dove la maggior parte delle redazioni, non solo non si avvale più della collaborazione diretta dei fotografi dipendenti, ma si trova a dover affrontare e gestire la crisi delle vendite e la ristrutturazione, causata anche dall'inserimento di nuove tecnologie. Il futuro dell'informazione si giocherà molto probabilmente sulla capacità di ogni operatore dei Media, di adeguarsi sempre di più ai nuovi mezzi di comunicazione, alla velocità con cui le News verranno distribuite tramite la Rete Internet, alla richiesta di flessibilità, tanto da dover passare dalla realizzazione del giornale in forma cartacea, alla piattaforma on-line con i nuovi notiziari proposti in Rete o nei Blog, la nuova formula di comunicazione diretta con il pubblico dei lettori. Ogni giorno nelle varie redazioni nazionali si perdono nuovi posti di lavoro, attraverso la collocazione in mobilità dei giornalisti più "anziani" per fare spazio a giovani collaboratori precari. Ai fotografi di cronaca dipendenti, che già da anni sono stati eliminati dalle componenti redazionali, non resta quindi che cercare nuovi spazi professionali, provando a piazzare le proprie immagini presso le Agenzie di Archivio, o lavorando per le Grandi Agenzie Stampa Internazionali come REUTERS, AFP e ADNKRONOS che a loro volta garantiranno alle testate giornalistiche interessate, la copertura di un determinato evento. Fabio Polenghi in questa situazione di mercato sì è trovato a dover ripensare e decidere un nuovo rilancio professionale. Aveva optato per un paese che gli avrebbe consentito di ricominciare una nuova vita, un mercato differente, con più opportunità lavorative e la possibilità di trovare storie interessanti da raccontare. Bangkok è una finestra aperta su tutta l'Asia, il cuore pulsante di una metropoli in crescita, un mercato aperto tra Cina ed India, le grandi Tigri asiatiche che domineranno il futuro economico mondiale. Si muore per fatalità, per mancanza di esperienza o perchè ci si trova in prima linea come Fabio per raccontare la verità dei fatti. Ha rischiato la sua vita, perdendola, solo per garantire a noi lettori, una corretta informazione dell'avvenimento e la libertà di stampa.  A.F.

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