Il Fotoreporter

... Il fotoreporter indipendente, non condivide i rischi con nessuno... Non ha legami protettivi. Fa pensare ad un soldato di ventura. Ha un rapporto passeggero con chi gli compera le fotografie; e di solito gliele comprano a condizione che" dicano qualcosa". Al massimo ha un contratto effimero, il tempo necessario per un reportage. In gergo si dice "Assignement". Non è facile far parlare una fotografia, far sì che dica qualcosa. Bisogna che il gesto, l'espressione, la scena inquadrata nell'obiettivo riassuma una situazione e susciti giuste reazioni: ripulsa, approvazione, pietà, disgusto, ammirazione, perplessità... Invidio i fotoreporter che riassumono in un immagine una guerra, una rivoluzione, una crisi economica, una calamità naturale, un istante di felicità collettiva. In questi casi la fotografia non equivale ad un articolo, è un romanzo... Ma per captare quella immagine è necessario andare nel cuore dell'avvenimento ... Bernardo Valli (Giornalista ed Inviato)



... Amo documentare attraverso la fotografia e la scrittura tutto ciò che mi emoziona. Mi piace raccontare e descrivere, luoghi lontani, usi e costumi differenti, le piccole storie di vita e fatica quotidiana, il contatto con le persone ... Considero questo Blog di Narrazione, l'inizio di una nuova avventura, un viaggio vissuto con consapevolezza, una nuova esperienza da condividere, per approfondire i differenti aspetti della realtà ... Alfredo Felletti (Reporter Free-Lance)



... Every minute j was there j wanted to flee, j did not want to see this... would j cut and run ... or would j deal with the responsibility of being there with my camera ...


















venerdì 6 maggio 2011

Eritrea - Asmara_Scoprire la Capitale

Asmara si risveglia lentamente la domenica mattina, al suono delle campane della Cattedrale Cattolica Nostra Signora del Rosario. Con i viali ordinati ed i giardini fioriti di Buganvilee, la città conserva intatti tutti i suoi edifici, ed è stata risparmiata dalla guerra. Qui tutto parla italiano, le insegne dei negozi, i nomi dei ristoranti, bar e caffè, persino i vecchi cinema, costruiti in epoca coloniale e tuttora in fuzione hanno nomi familiari come Odeon, Impero e Roma. Lungo la Liberation Avenue, ex Corso Italia, già Viale Mussolini ed Avenue Hailè Selassie, il viale principale, venditori ambulanti di souvenir, mostrano con nostalgia vecchi libri, foto e cartoline del periodo italiano. Persino il cimitero di Asmara, ospita tombe e cappelle, tra giardini pieni di fiori, delle vecchie famiglie coloniali italiane. Il mercato Medeber è il più importante di Asmara, qui arrivano tutte le merci dell' Eritrea. Con le spezie ed il peperoncino, le varie botteghe artigianali sono specializzate nel riciclo di oggetti di ogni tipo. Fabbrica e mercato insieme, dove tutto si trasforma per sopperire alla mancanza di materie prime. Asmara è la sede del Governo del Presidente Afewerky, che attua una politica autarchica e rifiuta gli aiuti internazionali. Nel paese tra i più poveri d' Africa, solo il 20% della popolazione risiede nelle aree urbane. Tra gli edifici della vecchia architettura coloniale italiana, si è fermato il cammino eritreo delle riforme democratiche. Il legame di questa terra con noi italiani è fortissimo.  A.F.

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