Il Fotoreporter

... Il fotoreporter indipendente, non condivide i rischi con nessuno... Non ha legami protettivi. Fa pensare ad un soldato di ventura. Ha un rapporto passeggero con chi gli compera le fotografie; e di solito gliele comprano a condizione che" dicano qualcosa". Al massimo ha un contratto effimero, il tempo necessario per un reportage. In gergo si dice "Assignement". Non è facile far parlare una fotografia, far sì che dica qualcosa. Bisogna che il gesto, l'espressione, la scena inquadrata nell'obiettivo riassuma una situazione e susciti giuste reazioni: ripulsa, approvazione, pietà, disgusto, ammirazione, perplessità... Invidio i fotoreporter che riassumono in un immagine una guerra, una rivoluzione, una crisi economica, una calamità naturale, un istante di felicità collettiva. In questi casi la fotografia non equivale ad un articolo, è un romanzo... Ma per captare quella immagine è necessario andare nel cuore dell'avvenimento ... Bernardo Valli (Giornalista ed Inviato)



... Amo documentare attraverso la fotografia e la scrittura tutto ciò che mi emoziona. Mi piace raccontare e descrivere, luoghi lontani, usi e costumi differenti, le piccole storie di vita e fatica quotidiana, il contatto con le persone ... Considero questo Blog di Narrazione, l'inizio di una nuova avventura, un viaggio vissuto con consapevolezza, una nuova esperienza da condividere, per approfondire i differenti aspetti della realtà ... Alfredo Felletti (Reporter Free-Lance)



... Every minute j was there j wanted to flee, j did not want to see this... would j cut and run ... or would j deal with the responsibility of being there with my camera ...


















lunedì 27 agosto 2012

Algeria _rinascita di una nazione

L'uomo seduto a fianco a me guardava le nuvole ed il  mare sotto di noi, parlando e gesticolando con entusiasmo sul volo Roma-Algeri. E' uno dei tanti tecnici emigrati e lavora per una compagnia petrolifera. Dopo molti mesi di lavoro in Italia torna a casa per una breve vacanza. Con lui altri colleghi che fanno la spola tra l'Italia e l'Algeria. Sono molte le imprese italiane che negli ultimi anni hanno firmato contratti milionari con il governo algerino per la fornitura di servizi e la costruzione di nuove centrali elettriche, la posa e la manutenzione di condutture sottomarine per il trasporto del gas e del petrolio, impianti elettrici civili ed industriali. Il businnes destinato a crescere conferma l'Italia come partner privilegiato per l'economia algerina. Il breve volo consente solo un rapido scambio di impressioni. Mi racconta un po' della sua gente, c'è del buono e del cattivo come dappertutto, Algeri è da scoprire e mi fa intendere che come tutte le città mediorientali è molto caotica e trafficata. L'Algeria è un paese che si stà aprendo di nuovo, ma lentamente  al turismo dopo anni dolorosi e tormentati da lotte interne e una guerra civile. Nel 1991 si erano tenute le prime elezioni libere della storia algerina dopo l'indipendenza e vinte dal Fronte Islamico. Il Fronte di Liberazione Nazionale, partito al potere da dopo l'indipendenza nel 1962 reagisce duramente, contrastando con tutti i mezzi la nuova forza di ispirazione religiosa; il potere finisce in mano ad una giunta di militari e scoppia la guerra civile tra esercito e fondamentalisti, causando 200.000 morti. Trent'anni prima, durante gli anni 60' il colonialismo francese aveva già segnato duramente il paese inviando circa ottomila paracadutisti a supporto dell'esercito ed intensificando le azioni di repressione contro la rivolta organizzata dalFNL (Fronte Liberazione Nazionale). Come non ricordare il magnifico film di Gillo Pontecorvo " La Battaglia di Algeri" che descrive così bene le ultime fasi della guerra di indipendenza algerina e le operazioni militari che hanno causato nell'arco di otto anni un milione di morti. Oggi l'Algeria vuole dimenticare le stragi del passato e cambiare pagina, nonostante i problemi che anche negli anni più recenti i Gruppi Salafiti più estremisti per la predicazione ed il combattimento hanno causato al paese. Queste emanazioni delle multinazionali del terrore sembra abbiano una propria base nella regione montuosa della Cabilia, ad un centinaio di chilometri da Algeri, qui spesso avvengono scontri tra l'esercito governativo ed i nuovi combattenti per il Maghreb.Da noi in Europa sono pochissime le notizie che filtrano sulle operazioni militari che avvengono in questa regione.
A.F.

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